Il primo portale di informazione per gli appassionati di monopattini elettrici

La micromobilità allunga il tiro

Monopattini Long Range

C’è una galassia di mezzi che si muovono accanto ai grandi protagonisti della transizione elettrica. Scooter, monopattini e persino monoruota scoprono un nuovo ruolo e guidano la tendenza di tutto il settore verso una autonomia sempre maggiore. Perché succede e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?

In principio fu il monopattino. Molto prima che le strade cominciassero realmente a popolarsi di auto elettriche, quando “Tesla” era ancora un nome esotico per miliardari strambi, le nostre strade cominciarono a popolarsi di questo strano mezzo. Era anche lui un oggetto pionieristico e “di nicchia”. Per comprarsene uno occorreva una grande passione e un grande desiderio di lanciarsi su trend ancora inesplorati dai più.

Monopattini elettrici lunga distanza
Il monopattini riparte, ma stavolta per le lunghe distanze – Foto di Pavel da Pixabay

L’import era semiclandestino, l’assistenza ancora inesistente. I primi monopattinisti sono stati un nucleo di eroi, forse un tantino estremisti e anarchici. Gente che superava difficoltà di ogni genere per mettersi alla guida di un mezzo che ancora nessuno aveva capito, né tantomeno regolamentato. 

In questa preistoria del monopattino, che oggi possiamo definire pionieristica, molte cose contavano: potenza, velocità, novità estetiche, telaistiche e di materiali. Numero dei motori e loro watt, ammortizzazione, resistenza alle sfide dell’offroad e della giungla urbana. Tanti parametri, tranne uno, il più sorprendente per chi faccia uno zoom avanti a qualche anno dopo, con uno di quei salti degni di “ritorno al futuro”. 

Tra tutto quello che era importante per quei monopattinisti alle prime uscite da soli o in club, quasi mai si parlava di autonomia. Il monopattino serviva a un’uscita domenicale per cui le poche decine di chilometri standard erano più che sufficienti. Per chi cominciava a utilizzare il monopattino come un reale mezzo di trasporto. si trattava quasi sempre di un complemento. Il monopattino era, si diceva, un mezzo da “ultimo miglio”. Arrivavi quasi a destinazione con un mix di auto e mezzi pubblici, coprivi col monopattino l’ultima parte del tragitto, risparmiando quasi sempre un sacco di tempo rispetto al tragitto su mezzi pubblici, quasi sempre radi e difficilissimi da combinare in maniera efficiente se devi cambiarne più di uno o devi spostarti nei “buchi” dell’orario. 

A differenza della bici, ingombrante e pesante, il monopattino si piega, si porta facilmente su e giù da treni e bus. In questa logica “multimodale”, di grande autonomia non c’era assolutamente bisogno, e infatti i monopattini di qualche anno fa si guardavano bene dall’offrirla.

La mobilità elettrica diventa sistema

Se pensiamo al monopattino elettrico come a un oggetto isolato, non c’era grande motivo per cambiare questo stato di cose. Ma così non è stato. Il monopattino è stato il pioniere di una grande trasformazione che nel giro di pochissimi ha trasformato il volto delle nostre città, spesso con grave scorno di chi era affezionato a un mondo in cui lo shopping e gli spostamenti di lavoro si devono fare sempre, per forza, e tutti in macchina. 

Mobilità Long Range
La mobilità diventa sistema – Foto di Thomas Wolter da Pixabay

Tra servizi di sharing in continua espansione e incentivi all’elettrificazione, le nostre strade hanno cominciato a popolarsi di tantissimi mezzi elettrici, anche e soprattutto privati e personali, che non solo hanno creato un nuovo paesaggio ma anche uno scontro con una infrastruttura ancora molto arretrata.

Da un lato, il monopattinista è diventato sempre più un normale utente elettrico, un utente di mobilità che probabilmente ha nel suo garage un ventaglio di opzioni, già acquistate o in progetto, dall’automobile al monopattino, passando dallo scooter. 

Dall’altro questo utente si è trovato davanti, anche con il suo monopattino, le sfide e le ansie di tutti gli altri “normali” utenti elettrici. Ovvero, anzitutto, la carenza di punti di ricarica che si sta solo molto lentamente colmando e, anche per questo, la richiesta di mezzi di maggiore autonomia. 

La sfida dell’autonomia coinvolge il monopattino

Oggi l’autonomia è il terreno di scontro tra tutti i produttori di mezzi elettrici. Siano essi automobili o mezzi a due ruote. L’autonomia ha dei costi, in termini di pesi, di ingombri e anche di spesa. Tutte cose che le case produttrici cercano di ottimizzare attraverso il progresso tecnologico, le batterie di nuova generazione, il contenimento dei pesi, lo studio dei profili aerodinamici. 

Poteva il monopattino rimanere immune da questa corsa alla sempre maggiore autonomia? Ovviamente no. Anche perché le nuove leggi hanno messo un tetto alla potenza e alla velocità. Per sopravanzare la concorrenza con un dato chiaro, comprensibile a tutti e utile all’uso quotidiano, una maggiore autonomia resta un biglietto da visita essenziale

Forse non tutti hanno bisogno di un monopattino che percorra 60 km senza bisogno di ricarica. Ma averli dona tranquillità, assicura dagli imprevisti, fa parte di quello che una clientela ormai del tutto normalizzato, lontana dall’entusiasmo pionieristico degli inizi, chiede al suo mezzo elettrico, anche quando è un monopattino.

Due esempi tra tanti

Il modo migliore per capirlo è guardare a cosa stanno facendo i due indiscussi leader del settore. Non produttori di nicchia, per una clientela con esigenze specifiche. Ma due brand che hanno puntato sul monopattino come prodotto mainstream, di massa, per tutti. Stiamo ovviamente parlando di Ninebot e Xiaomi. 

Max G2 Ninebot

Con questo prodotto, Ninebot si inserisce nella faccia di prodotto più difficile e competitiva, quella intorno ai 600-700 euro. Una fascia dove la competizione sul prezzo è ancora molto duro, ma gli utenti si aspettano già qualità e caratteristiche tecnologiche d’avanguardia. Ninebot risponde con un prodotto che, anche per il suo peso, dà immediatamente la sensazione della qualità e della solidità. 

Monopattini lunga distanza
Max G2 Ninebot

È un monopattino “ben piazzato” che può portare con tranquillità fino a 120 Kg di carico, una caratteristica importante per un mezzo in tutto e per tutto. La sospensione è ovviamente doppia, il doppio impianto frenante (elettronico al posteriore) è assolutamente rispettoso delle nuove richieste del codice.

Fin qui tutto nelle regole. La grande novità, rispetto ai mezzi che si sarebbero trovati sul mercato qualche anno fa, sta proprio nell’autonomia. 70 Km dichiarati, davvero moltissimi. E soprattutto 70 km “veri”, come attestato dalle numerose recensioni e prove su strade disponibili un po’ dovunque. È soprattutto questo dato a farne un mezzo di nuova generazione, simbolico del grande cambiamento avvenuto. 

Xiaomi Pro4

Nella stessa fascia di prezzo del Ninebot, o poco al di sotto, si colloca il prodotto di punta di Xiaomi, un veicolo che ha in comune col “cugino” Ninebot l’impostazione generale. Chi cerca un monopattino di qualità entra in immediata sintonia con il nuovo Pro4, anche in questo caso aiutato da un peso decisamente rassicurante. Siamo nel territorio attorno ai 600 e qui la qualità si paga ancora un prezzo sostenibile. Ma pesa, com’è ovvio che sia. 

Monopattini lunga distanza
Xiaomi Pro 4

Il doppio impianto frenante ha in questo caso un doppio disco posteriore: molto curato e su misura di monopattinisti che possono anche essere di una certa stazza. 

Lo Xiaomi Pro 4 non è un mostro di autonomia come il Ninebot ma promette 55 Km a pieno carico, che nella realtà diventano circa 45. Tra i long range si tratta di un entry level, ma è comunque una distanza importante, che corrisponde a più di due ore di guida. Il mezzo da “ultimo chilometro” è anche in questo caso decisamente superato. 

Il monopattino è pronto

Come sottolineano tutte le ricerche di settore, le sfide la mobilità incontrerà nella sua transizione elettrica saranno moltissime. La sfida delle distanze, delle infrastrutture, della velocità di ricarica e anche del suo costo, che nel nostro Paese, già uno dei più cari d’Europa, è una vera e propria giungla. 

Per le sue caratteristiche e per il suo utilizzo, anche all’interno di un vasto e integrato “sistema di mobilità elettrica”, il monopattino è meno sensibile di altri mezzi al tema dei costi di ricarica. Considerata la poca energia necessaria a muoversi i costi sono trascurabili, poco più di un cellulare. In molti luoghi attrezzati le ricariche al monopattino vengono offerte praticamente gratis. Anche il problema dell’infrastruttura è meno sentito, per un mezzo che tutti ricaricano a casa, e forse per questo è decollato prima degli altri. 

Eppure allungando la sua autonomia e privando chi lo guida di qualsiasi ansia, anche teorica, il monopattino è già pronto a una nuova mobilità elettrica e sostenibile.

Uno sviluppo che non ha oscurato il suo ruolo, al contrario lo ha reso integrato e indispensabile

Vuoi diventare un Partner?

Rimani sempre aggiornato

Seguici sui nostri canali social
Vuoi diventare un Partner?
Rimani sempre aggiornato
Seguici sui nostri canali social

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *