Una edizione di Eicma ricca di espositori e di pubblico, che sconta però la grande incertezza del quadro legislativo italiano
È sempre un momento magico quello dell’annuale appuntamento con Eicma, la manifestazione fieristica che un tempo era dedicata al ciclo e motociclo, ma che sempre più appare come una vetrina dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e dell’elettrificazione.
Manca forse in Italia una grande manifestazione esclusivamente dedicata alla mobilità elettrica mini e micro, qualcosa capace di leggere i tempi, raccogliere i segnali di cambiamento e anticipare il futuro. Ma che Eicma ha sempre colmato benissimo, diventando un anello di congiunzione tra la mobilità che è stata e quella che sarà. Muovendosi tra i suoi padiglioni è impossibile non sentire l’energia di una trasformazione in atto, che accelera sempre di più. E forse tutto ciò è possibile proprio grazie a una impostazione che non sceglie tra tradizione e innovazione, ma la racconta, la accompagna e la incoraggia.
Un’altra edizione da record
A testimonianza del successo della formula, come sempre deve avvenire, ci sono i dati. Passata la parentesi degli anni di pandemia, ovviamente infelici per tutte le manifestazioni di grande richiamo, Eicma si è rilanciata con una striscia di annate record, sempre in ascesa. Eicma 2023 promette di essere un’altra edizione record e basta qualche numero per sottolinearne il successo.
Gli espositori presenti sono stati oltre 700, con 2036 brand da raccontare e incontrare. Il dato più incoraggiante, e sicuramente il migliore indicatore della propensione di Eicma al futuro è che oltre il 30% erano imprese che esponevano per la prima volta. Startup, espositori stranieri in cerca di nuovi mercati. Per ospitarli tutti sono stati necessari ben otto padiglioni e visitando la manifestazione era impossibile non notare l’espansione anche fisica di un evento che ha ormai abbondantemente travalicato i limiti dell’esposizione di settore, per diventare il riassunto di una intera società in movimento, con mezzi tradizionale e di nuova concezione, nuove idee, nuove soluzioni. Un aspetto che ovviamente tocca principalmente il campo elettrico, che nel suo complesso domina ormai completamente la manifestazione.
La Fiat Topolino è stata una delle regine di Eicma
Al momento in cui scriviamo non è ancora stato calcolato il numero finale e definitivo dei visitatori. Ma tutto fa pensare che il 2023 segnerà l’abbattimento della storica barriera dei 500mila visitatori. Una intera grande città, o dati da olimpiade, come ha sottolineato con soddisfazione l’ufficio stampa di Eicma.
Eicma cambia pelle e colore di capelli
Chi come noi frequenta Eicma ormai da lunghissimo tempo non può che osservare con un sorriso il vero e proprio cambiamento antropologico della fiera. Lontani sono ormai i tempi in cui i padiglioni profumavano di meccanica, di gomma, di lubrificanti e di benzina in un trionfo dell’archetipo “donne e motori”.
Donne a cavallo di maximoto, entusiasti appassionati della meccanica e, diciamo così, dell’estetica, impegnati ad ammirare, fotografare, sognare un mondo rombante e veloce, come se si trovasse ai suoi box.
Tutto ciò, se non è ancora definitivamente scomparso, rappresenta con ogni evidenza il passato di Eicma. Le maximoto resistono e continuano a piacere ma è evidente il balzo generazionale tra il pubblico che le ammira e ci sale a cavallo, un pubblico sempre più con i capelli bianchi e quello che è ormai il visitatore medio di Eicma.
Quelli che girano tra i padiglioni sono curiosi ed operatori che cercano tra gli stand delle risposte. Cosa è successo, cosa sta per accadere, quali opportunità tecniche e commerciali offre un mercato che nel suo complesso è sempre più difficile da decodificare ma proprio per questo va incontrato padiglione dopo padiglione, con la mente aperta e la volontà di scoprire.
Dove va la mobilità
Sarebbe evidentemente poco serio cercare di tratteggiare in poche righe il magma tumultuoso di una manifestazione che rivela qualcosa di nuovo ad ogni angolo, inventando mezzi e prodotti che le nostre strade e spesso le nostre officine meccaniche non hanno ancora mai visto. Ma forse si può fare qualche considerazione generale
Una moto sempre più elettrica
La moto elettrica che solo l’anno scorso era ancora una curiosità diventa sempre più uno standard. L’offerta dei produttori l’anno scorso aveva la sua ossatura negli scooter, con l’eccezione di qualche gioiello raro e straordinario, fatto più per sognare che per il mondo reale. 12 mesi il paesaggio è completamente diverso, opposto.
Se fino all’anno scorso la moto elettrica era un prodotto di nicchia, offerto perlopiù da brand specializzati, oggi tutto si è rovesciato. L’elettrico ha preso il centro della scena anche dalle parti di produttori che se fino a oggi non lo ignoravano completamente, quantomeno lo tenevano ai margini degli stand: nicchie per fanatici di un futuro ancora lontanissimo da venire. È chiaro che le cose non sono più assolutamente così. Ogni brand leggendario o meno, giapponese, italiano, europeo, americano o ovviamente cinese ha la gamma elettrica su un piedistallo al centro della scena.
Tutti sappiamo che il mercato reale è ancora lontanissimo da questa realtà. Ma a questo servono le manifestazioni come Eicma: a vedere prima quello che succederà tra poco.
La bicicletta è sempre più e-bike
Nessuno pensa che la bicicletta come la consciamo sia sul punto di scomparire. Anzi, la trasformazione delle città le ha regalato un nuovo protagonismo. Ma come realtà economica, commerciale e d’immagine occorre registrare che anche in un posto che Eicma, nato per esporre le novità del mondo ciclistico, una bici senza motore elettrico è ormai una mosca bianca.
Se l’anno scorso i padiglioni erano ricchi di due ruote elettriche dal gusto vintage, un anno dopo il baricentro sembra essersi decisamente spostato in due direzioni: l’e-mtb e la bici elettrica cargo. Proprio in questo campo abbiamo avvistato le novità più promettenti, con brand come Aitour che della categoria cargo propongono un’ampia gamma di versioni e di interpretazioni.
Microcar per tutti
Non è il salone giusto per le novità automobilistiche, eppure persino qui è tracimato quello che ormai è una vera e propria febbre che sta salendo nella nostre città: quello della minicar, o quadriciclo elettrico. Accanto ai modelli più noti, la cui presenza è già visibile per le strade, Eicma ha offerto un panorama di nuovi player e nuovi modelli estremamente ricco.
L’esempio di Citroën è stato sicuramente importante anche per la fortuna di formule commerciale che permettono di acquisire una microcar senza praticamente nessun investimento iniziale e con canoni mensili che variano con i modelli, pur restando nell’ordine delle poche decine di euro.
E il monopattino elettrico?
Alla fine del nostro panorama sulla micro e mini mobilità elettrica è il caso di parlare anche degli scenari del mezzo che più di ogni altro resta centrale nello sviluppo della mobilità “dolce” e sostenibile, ovvero il monopattino elettrico.
Passata la febbre degli incentivi e di una facile corsa all’oro, che ha gonfiato a dismisura le statistiche di vendita, spingendo tutti a occuparsi di monopattini, questo mezzo resta una realtà solidissima, che balza agli occhi girando per gli stand di Eicma.
Non è più lo “specchietto”, l’oggetto curioso e futuribile che serve ad attirare folle ignare? Forse, ma tutto sommato meglio così. Le tendenze che pensiamo di poter sottolineare sono soprattutto tre.
- Il monopattino elettrico è parte di un sistema di micromobilità. Sempre più i produttori sembrano interpretarlo come parte di un sistema e a proporlo accanto a mezzi che ne completano la funzione, siano essi scooter, bici cargo o altro.
- L’esperienza dei più grandi operatori di monopattino elettrico, e probabilmente l’esperienza acquisita con le reti di sharing, consente alle aziende di proporsi come fornitori di servizio nel campo del battery swap, e non solo nel campo dei monopattini.
- La presenza dei produttori e delle novità, in particolare cinesi, è massiccia. Ma si sente la pressione di una stasi commerciale e distributiva. Molti produttori cercano distributori, reti commerciali. L’Italia smbra essere ferma da questo punto di vista. La ragione di questa stasi è stata immediatamente chiara interrogando gli operatori.
Il peso dell’incertezza
È abbastanza chiaro da tempo che il governo italiano ha scelto la strada della criminalizzazione del monopattino elettrico. Nuovi sviluppi legislativi, che avrebbero potuto essere concepiti insieme agli operatori del settore, e che potevano rappresentare un passo importante in direzione della regolamentazione, e quindi della definitiva legitimazione del monopattino elettrico, sono stati invece utilizzati come una clava mediatica, alla ricerca di facile consenso. La diffidenza è una compagna inevitabile di qualsiasi innovazione. È stato scelto di cavalcarla con una serie di annunci in parte contradditori, che prefigurano normative ancora in progetto, la cui entrata in vigore è tutt’altro che certa sia nei tempo che nei modi.
Nessuno sa davvero cosa succederà, quando, per quale scenario del codice occorre prepararsi. Come tutti sanno l’incertezza è la più grande nemica degli investimenti e dello sviluppo economico. La responsabilità di chi ha scelto di lanciare annunci continui, che avevano il sapore poco velato della minaccia a un intero settore, ha bloccato da un mese un intero settore.
Un importante produttore italiano di e-bike ci ha confidato di avere annullato la produzione del suo monopattino elettrico proprio per questo: per l’incertezza che attanaglia il settore, per lunghissimi mesi in cui è venuta a mancare la chiarezza di come dovranno essere i monopattini e a quali norme dovranno conformarsi i loro utilizzatori: età, casco, assicurazione. Nessuno di questi temi è un tabù o un nemico del monopattino che, anzi, preme per la regolamentazione e l’accettazione.
Tutta insieme, l’incertezza su tutto ha prodotto solo un grande punto di domanda che ha impedito alle aziende di investire e di svilupparsi in un mezzo che continua a riscuotere un interesse vivissimo nella mente dei consumatori.
Tanto tempo e occasioni perse, che si spera il futuro possa recuperare. Sicuramente non di cui il nostro paese, la sua economia e la sua mobilità avevano bisogno adesso.
Speriamo di venire fuori da tutto questo entro la prossima edizione di Eicma, che sarà sicuramente l’occasione per segnare nuovi record.