E’ finito il tempo in cui il monopattino elettrico faceva scandalo per le nostre strade. Ma non è finito l’interesse per un mezzo che continua a cambiare la mobilità urbana. Gli ultimi dati di una ricerca del Sole 24ore sono da questo punto di vista impressionanti. Scopriamoli insieme.
Agli italiani interessa sempre il monopattino elettrico? Come è cambiato il loro rapporto con questo mezzo, che all’inizio è stato traumatico, poi è stato caotico e poi è passato attraverso tutti i gradi dell’amore e dell’odio?
In questi anni abbiamo raccontato molte cose: la nascita di un fenomeno, gli incentivi, gli sviluppi della legge, passata attraverso ben due diversi decretoni-omnibus. Abbiamo raccontato tanti e tanti nuovi modelli, abbiamo creato un network di assistenza. Abbiamo descritto attraverso i suoi servizi, le sue aziende, i suoi uomini, la crescita dello sharing in Italia.
E last but not least, abbiamo raccontato come il monopattino sia diventato per molta parte della stampa italiana un nemico da combattere. L’ostilità prima sorda, poi sempre più rumorosa è diventata anche politica, fino all’avvento di un ministro che sembra essere convinto che combattere il monopattino in ogni modo possibile produca un dividendo elettorale.
È così che le nuove norme del Codice Stradale (peraltro ancora lontane da diventare definitive) sono state comunicate come un attacco al monopattino. Lo spirito di “È finita la pacchia”, insomma.
Ma di questo parleremo più diffusamente nelle prossime settimane, raccontando come le nuove norme, per ora ancora teoriche, sono state accolte dalla ormai numerosissima comunità degli utenti di monopattini elettrici.
Gli incentivi passano, il monopattino resta
Il tempo è passato, la novità non è più così nuova. E soprattutto, gli incentivi che hanno alimentato la prima, torrenziale e disordinata crescita del monopattino (come di molti altri veicoli elettrici) sono ormai alle spalle.
È dunque lecito domandarsi se per caso quella del monopattino elettrico sia stata una moda passeggera e destinata a sgonfiarsi. E se il monopattino elettrico sia destinato a diventare uno di quei giocattoli che hanno incendiato una breve stagione estiva, per poi diventare ricordo e modernariato.
Certo non è l’impressione che si ricava per le strade, dove i monopattini sono sempre di più e sempre più mainstream. A Milano, dove vivo, non c’è più molta differenza tra il pubblico che va al lavoro a cavallo di una bicicletta, di una e-bike in sharing, di uno scooter (meglio se elettrico) o di un monopattino. Ma mentre assicurazioni e caschi e limiti di velocità, e frecce e freni (tutte cose utilissime) vengono agitati come clave, può nascere il dubbio che il monopattino sia un po’ sparito dai desideri di acquisto degli italiani. Vedremo presto che non è affatto così.
Allargare la visuale: il monopattino e la mobilità elettrica
Ma prima di entrare nel vivo dei numeri e dei dati, è forse il caso di allargare un po’ la visuale. Il monopattino non è più l’oggetto misterioso e pionieristico che ha preso inizialmente piede, spinto da una piccola cerchia di appassionati hardcore.
È diventato, come dicevamo, mainstream, intercambiabile e interconnesso. Il monopattino è oggi parte di un sistema: quello della mobilità sostenibile. E chi ci ha seguito in questi anni non se ne sorprenderà, abbiamo sempre lavorato per questo.
Non esiste una setta di monopattinisti, esistono città e mentalità che si stanno trasformando e che hanno adottato il monopattino come un anello, importante ma non unico, di una catena ricca di soluzioni e possibilità.
Proviamo a smettere di pensare al monopattino come un oggetto a sé, e guardiamolo dentro il quadro in costante evoluzione della (micro)mobilità elettrica. Auto elettrica, bicicletta elettrica, scooter elettrico. monopattino elettrico non sono attori separati e a volte nemici ma parte di un sistema che si integra. Si sommano e si interscambio, avendo come fattore quello dell’attenzione all’ambiente non solo in termini generali e un po’ astratti. Ma in modo molto concreto, che riguarda la qualità della vita nelle nostre città e la praticità dei nostri spostamenti.
Un primo strumento di analisi può essere la frequenza con qui termini come bicicletta elettrica (in rosso), scooter elettrico (in giallo), auto elettrica (in verde) e monopattino elettrico (in blu) appaiono nelle ricerche di Google. Ecco il grafico che emerge da Google Trends, e che copre gli ultimi 12 mesi
Al netto delle punte da incentivi e di un ovvio calo dei mezzi “leggeri” con l’approssimarsi dell’autunno, abbiamo una conferma e una sorpresa. La conferma è che l’interesse per il comparto elettrico è in lenta ma costante ascesa, non si ferma. La sorpresa è che è proprio l’apparente cenerentola del quartetto, cioè il monopattino, quello che registra nel complesso il maggior numero di richieste. Non solo tiene testa alla chiacchieratissima “auto elettrica”, ma la supera.
Cosa sta frenando la transizione elettrica
La natura di una distribuzione ancora molto frammentata, fatta di piccoli marchi, piccole imprese, talvolta poco più che personali, rende difficile avere dei numeri credibili sulle vendite di monopattini.
Molto più chiara è la situazione nel comparto auto, dove a un interesse sempre molto “caldo” corrispondono numeri non soddisfacenti, e fin troppo legati agli incentivi. Le auto si comprano solo e soltanto in presenza di forti aiuti dello stato, come dimostra anche il caso tedesco. Lo stop agli incentivi ha determinato un vero e proprio crollo del mercato e una situazione di pre-crisi per un colosso come Volkswagen.
Oltre al dato strettamente economico, esiste un problema di fondo che la mobilità elettrica vive in tutto il mondo. Alla crescita dell’interesse non corrisponde una crescita delle vendite. Tra gli ostacoli alla crescita della mobilità elettrica c’è una infrastruttura di ricarica ancora del tutto insufficiente: la prima fonte di ansia per i potenziali acquirenti di auto elettriche, come mostra una ricerca EY in Nordamerica. Dalle nostre parti la situazione è ovviamente ancora peggiore, non solo per numero dei punti di ricarica ma per la vera e propria giungla delle tariffe, che si avvolge intorno a un costo dell’energia tra i più alti d’Europa.
Dall’interesse all’intenzione di acquisto: dove vince il monopattino elettrico
Questo ampio giro d’orizzonte può aiutare a comprendere un dato che pochissimi probabilmente avrebbero potuto prevedere d’istinto. In mezzo a tutta la varietà di veicoli che formano il sistema della mobilità elettrica (e in particolare della micromobilità) c’è solo un mezzo che dagli ultimi dati continua a crescere nelle concrete intenzioni di acquisto: il monopattino elettrico.
È quello che racconta una ricerca recentemente pubblicata dal ilsole24ore. Nella cornice di un’annata altalenante ma sostanzialmente stabile nelle sue cifre totali, i dati sulle intenzioni di acquisto di ottobre sono particolarmente importanti, in vista del Natale. Soffre tutto il comparto auto (non solo quella elettrica), le cui intenzioni di acquisto segnano -18,3% per l’usato e -2,1% per il nuovo, ancora sostenuto dagli incentivi. Calano in generale le due ruote: -8,3% per moto e scooter (ancora una volta sommando elettrico e termico). Entrando più nello specifico della micromobilità elettrica, è netto lo stop per le e-bike, con un -4% che sconta la stagionalità, senza sentire i positivi influssi del Natale.
Cosa resta in questo quadro di un autunno molto freddo dal lato degli acquisti? Un dato in netta controtendenza è proprio quello relativo al monopattino elettrico, che cresce di un robusto +8,1%.
Evidentemente in questo caso l’arrivo della stagione invernale non stempera l’entusiasmo per un mezzo che è diventato certo più “normale” e meno attenzionato. Ma non per questo ha perso il suo appeal verso i potenziali acquirenti, e forse anche perché, tra tutti i mezzi elettrici è quello che risente meno delle carenze dell’infrastruttura di ricarica e con i suoi costi più che abbordabili risente molto meno della discesa degli incentivi.
Il monopattino elettrico continua ad essere un anello fondamentale della transizione elettrica, se non addirittura la locomotiva di un cambiamento destinato in ogni caso ad avvenire, a dispetto di campagne di stampa ostili, nostalgismi e detrattori.